Araldicando

Cos’è l’Araldica

L’Arte dei Blasoni e la Storia che Raccontano

L’araldica è un linguaggio antico e visivo, nato nel cuore del Medioevo europeo, che continua a trasmettere storie di famiglie, istituzioni e lignaggi. Essa si occupa dello studio dei blasoni, ossia degli stemmi che identificano in modo inequivocabile una persona, una famiglia, o un gruppo. Il termine deriva dal greco aspís, “scudo”, e rappresenta un sistema unico e rigoroso, regolato da norme che permettono di descrivere e rappresentare simboli con precisione e coerenza.

Le Origini dell’Araldica

Le origini dell’araldica sono avvolte nel mistero. Non esiste una teoria universalmente accettata che spieghi la sua nascita e rapida diffusione in tutta Europa nel XII secolo. Alcuni storici ritengono che l’araldica sia nata sui campi di torneo medievali, dove cavalieri e nobili avevano bisogno di essere riconosciuti facilmente durante le competizioni. Altri suggeriscono che la sua origine risalga alle Crociate: i cavalieri cristiani, ispirati alle usanze islamiche, avrebbero adottato emblemi e colori per distinguere alleati e nemici.

Qualunque sia stata la sua origine, l’araldica si diffuse rapidamente nella società medievale, acquisendo un ruolo fondamentale non solo nelle classi aristocratiche ma anche tra il clero e persino tra le famiglie ebraiche. Un esempio significativo è un manoscritto araldico ebraico del 1383, appartenuto a Daniele di Samuele, proveniente da Forlì e oggi conservato al British Museum, che testimonia come l’araldica avesse permeato ogni strato sociale e culturale dell’epoca.

La Funzione dell’Araldica

Nella società medievale, gli stemmi araldici non erano meri simboli decorativi: essi rappresentavano l’identità, il rango e l’eredità familiare. Gli stemmi permettevano di distinguere i vari lignaggi e di stabilire le relazioni di parentela. La possibilità di trasmettere il blasone da una generazione all’altra divenne una forma di continuità dinastica e uno strumento per rafforzare il prestigio di una casata.

Gli stemmi erano descritti attraverso un linguaggio codificato, la blasonatura, che ne garantiva una rappresentazione precisa e univoca. Le regole araldiche consentivano, infatti, a qualsiasi disegnatore di riprodurre uno stemma semplicemente seguendo la descrizione scritta. Questa straordinaria caratteristica rendeva il sistema araldico accessibile e universale, indipendentemente dal tempo o dal luogo.

Diffusione e Sviluppo

Dopo la sua iniziale adozione in Europa occidentale, l’araldica si sviluppò ulteriormente grazie alle dinastie nobiliari e alle istituzioni religiose. Con il passare dei secoli, gli stemmi divennero uno strumento di comunicazione visiva, rappresentando non solo individui ma anche città, ordini cavallereschi, corporazioni e istituzioni civili.

Le Crociate giocarono un ruolo fondamentale nella diffusione di simboli e stili araldici. I cavalieri tornarono in Europa portando con sé influenze culturali e artistiche dal Medio Oriente, che arricchirono il repertorio simbolico dell’araldica. A questa si affiancò la crescente partecipazione dei borghesi e delle corporazioni cittadine, che adottarono stemmi per distinguersi e affermare il proprio ruolo nella società.

L’Araldica nel Tempo

Con il declino dell’età cavalleresca e l’avvento delle monarchie nazionali, l’araldica subì delle trasformazioni. Gli stemmi persero parte della loro funzione originale di identificazione personale, ma continuarono a rappresentare un segno di prestigio e appartenenza. La loro complessità aumentò, riflettendo l’evoluzione delle strutture sociali e politiche dell’Europa.

Oggi, l’araldica ci offre uno straordinario strumento per comprendere le radici storiche e culturali delle società medievali. Ogni stemma, con i suoi simboli e colori, è una finestra su un passato fatto di guerre, alleanze e lignaggi tramandati attraverso i secoli. Questa disciplina rimane una testimonianza viva della straordinaria capacità dell’uomo di raccontare la propria storia attraverso i simboli e il colore.

MARCO PILLA
Marco Pilla nasce a Pavia il 24/09/1981 da famiglia d’alta borghesia, tra i quali il nonno materno Cremonesi Vincenzo, vecchio forgiatore, dal quale apprenderà l’antica arte della manipolazione dei metalli. Sin da adolescente si distingue dai suoi coetanei per la sua capacità manuale, creando i suoi primi oggetti in ferro ,tutto ciò sempre sotto la stretta osservanza del nonno. “Da quando ero ragazzino ad oggi non e cambiato nulla sen non l’aspetto fisico, ho sempre la stessa voglia di fare e di scoprire cose nuove per questo spesso sono in volo per il mondo. Questi miei continui viaggi ,mi danno la possibilità di apprendere in continuazione informazioni che permettono alla mia persona di aumentare sempre di più il bagaglio tecnico/culturale, anche perché io credo, anzi ne sono convinto, che all’interno di ogni essere umano ci sia una sorta di libreria, e che ognuno di noi abbia il dovere di riempirla nell’arco dei suoi giorni il più possibile, per se e per le persone che lo circondano.” Iscritto nel registro dei periti araldici presso la commercio di Pavia, iscrizione n. 253 dell’11.1.2021 C.T.U. presso il tribunale di Pavia in genealogia e scienze documentarie https://www.tribunale.pavia.giustizia.it/it/Content/Ctu?professione=-1&specializzazione=110332&idCP=85691 Inserito nella sezione artisti della celebre “Tota Pulchra”, associazione di promozione sociale, nata l’8 maggio del 2016 da un’idea di Monsignor Jean-Marie Gervais, Presidente della stessa Associazione e Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano. https://totapulchra.org/index.php/chisiamo/artisti/781-marco-pilla

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