Cultura e Musica

Il “Consorzio Tutela Vini Oltrepò” alla fiera “Vinitaly 2024”

Sarà ancora una grande occasione di promozione per le Denominazioni il Vinitaly 2024, in programma dal 14 al 17 aprile prossimi. Come sempre il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese (stand BC11), sarà “la casa delle Denominazioni d’Oltrepò Pavese” e ospiterà addetti ai lavori, giornalisti, appassionati di vino, raccontando le Doc e la Docg tutelate in questa importante area vitivinicola della Lombardia. Lo stand si trova sempre presso il Palaexpo Lombardia di Vinitaly, al secondo piano, dove sono presenti le aziende dell’Oltrepò Pavese, nella grande collettiva gestita e coordinato dalla Camera di Commercio di Pavia attraverso Paviasviluppo. Presso lo stand del Consorzio sarà ospitato anche un banco d’assaggio del Club del Buttafuoco Storico. La presenza del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese a Verona e il relativo programma si realizzano grazie alla collaborazione con Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. 

Il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese, si compiace: “Verona è sempre un appuntamento fondamentale per il mondo del vino e anche dei consumatori. Un luogo dove da decenni si scrivono le pagine della storia del vino, si sviluppano strategie, si respira l’energia dell’economia del vino non solo quella nazionale. Per quanto ci riguarda siamo reduci da un inizio stagione promozionale molto interessante, che ha previsto oltre alla tappa “dei tre bicchieri” di New York con il Gambero Rosso, le tappe di Prowein (con Ascovilo e Grana Padano) e il recente tour americano con Slow Wine di Slow Food. In  ogni occasione internazionale abbiamo potuto riscontrare un grande interesse sempre crescente per le nostre denominazioni, con particolare riferimento per la tipologia Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che esalta il vitigno principe della Denominazione, il Pinot nero, apprezzato sempre di più anche in versione rossa con la sua Doc (Pinot nero dell’Oltrepò Pavese Doc)”.

Mentre lo stand “Casa Oltrepò”, coordinato dalla sommelier Gaia Servidio, aprirà ogni giorno come di consueto alle degustazioni di vini delle 6 Doc e della Docg presenti in un grande banco d’assaggio, fra gli eventi collaterali, si segnala martedì 16 aprile alle ore 9:30 (sala polivalente di Unioncamere/Regione Lombardia Palaexpo Stand D14), una curiosa “Masterclass – Book” con la presentazione abbinata a 5 calici che interpretano il Pinot nero sia nella versione spumante, Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che nella versione in rosso, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese Doc. In programma la presentazione del volume che approfondisce questo importante vitigno, pubblicazione dedicata all’Oltrepò Pavese con De Agostini Publishing – Vini e Terre d’Italia. La collana presenta un focus sui vini e gli itinerari enologici di zona e diventa così una “masterclass-book” di degustazione che vedrà l’intervento di una delle autrici, Carla Pacelli, con la conduzione di Carlo Veronese in un viaggio nella Terra del Pinot nero. “Ci aspettiamo un grande Vinitaly per le realtà vitivinicole dell’Oltrepò, in termini di partecipazione, ma soprattutto di entusiasmo, serietà e identità – ha dichiarato Francesca Seralvo, alla sua prima uscita ufficiale come presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, questa mattina in Regione Lombardia, per la presentazione de la “Lombardia a Vinitaly 2024.

“Il contesto fieristico – afferma Francesca Seralvo – è il palcoscenico ideale per sostenere e valorizzare la vocazionalità del nostro territorio in termini di produzione vinicola. Il Consorzio affronta questa cinquantaseiesima edizione di Vinitaly unito e con una consapevolezza crescente delle proprie qualità e potenzialità. Il Salone veronese è il luogo per rafforzare questi valori e dialogare con un pubblico interessato dal respiro sempre più internazionale”.

Massimo Piovani, presidente del Club del Buttafuoco Storico

Armando Colombi,  direttore del Club del Buttafuoco Storico

 

Informazioni sul nome “Buttafuoco”

“Al buta me al feüg”, in dialetto lombardo “brucia come il fuoco”. È il Buttafuoco Storico, il potente rosso dell’Oltrepò Pavese, in Lombardia, ottenuto dalla vinificazione congiunta di Croatina, Barbera, Uva Rara, Ughetta di Canneto o Vespolina, tutte uve autoctone. Abbracciato da due torrenti – il Versa e lo Scuropasso – l’areale di produzione del Buttafuoco Storico, compreso nei comuni di Canneto Pavese, Montescano, Castana e parte dei comuni di Broni, Stradella, Cigognola, Pietra de’ Giorgi in provincia di Pavia, si estende su di una superficie soli di 22 ettari, estremamente feconda e vocata alla produzione enologica. Una enclave particolarissima all’interno della denominazione Buttafuoco Doc, oggi tutelata dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.

Come in Mesopotamia i fiumi Tigri ed Eufrate assicuravano raccolti ricchi e nutrienti, così “lo Sperone di Stradella” – il nome con cui è conosciuta questa piccola porzione di territorio delimitato dai due torrenti – dà vita ad un vino esemplare, unico nel panorama enologico italiano. Un vino che non ha eguali e che riassume in sé la concezione olistica di essere un insieme di contraddizioni.Il Buttafuoco storico è un vino fermo in terra di vini mossi; un vino da lungo invecchiamento in una zona dove prevale la pronta beva; un vino secco in un territorio dove, in genere, l’amabilità dei vini la fa da padrone. 

Mai così bene come nel caso del Buttafuoco Storico, il vino è l’immateriale astrazione dei misteri profondi che sono nascosti nel suolo. Lo Sperone di Stradella è costituito infatti da matrici geologiche diverse e antiche, da una collina stratificata di terreni sabbiosi, argille e arenarie, dove le radici delle viti riescono a spingersi fino a 10 mt di profondità per attingere all’acqua anche nelle stagioni più calde.

Proprio questo suolo – nato da un accavallamento tra la placca appenninica e la placca alpina, al di sotto della Pianura Padana – oggi comunemente diviso in tre sottozone – a nord le Ghiaie, al centro le Arenarie, a sud le Argille – dà al Buttafuoco Storico quell’impronta per cui è da tutti riconosciuto: alcolicità, acidità, tannino e corpo. Il Buttafuoco è un vino, dunque, saldamente legato alla sua terra, ma meglio ancora legato alla vigna, ad una vigna specifica, che in quella terra affonda le sue radici: ciascun Buttafuoco Storico infatti riporta orgogliosamente in etichetta.

La nuova “Casa del Buttafuoco Storico”, inaugurata lo scorso 24 febbraio, a Vigalone,  frazione di Canneto Pavese.

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