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PSICOLOGI PRIMA DELLA PSICOLOGIA (Parte II)

Dal Medioevo al Rinascimento

Nel precedente numero della rubrica Liberamente ho scritto riguardo alcuni personaggi storici che possono essere considerati “psicologi prima della psicologia”.

Come i lettori avranno sicuramente capito la tematica è vasta e articolata. Ribadisco che la psicologia è “nata” insieme al primo uomo. Non è possibile esplicitare esaustivamente l’argomento, citando ogni singolo autore. Obbiettivo dei miei scritti è quello di fornire una iper sintesi, in cui chi interessato troverà suggerimenti e spunti per approfondire i propri interessi.

La visione da me offerta, è come quella che si può ottenere da un drone, una specie di “volo d’uccello” rispetto al soggetto descritto.

Alcuni di voi, tramite email hanno riscontrato “clamorose”

omissioni nel novero degli autori da me citati.

Non desidero cadere nella banale affermazione che “in fondo siamo tutti un po’ psicologi”, ritengo doveroso distinguere dalla massa coloro i quali abbiano fornito contributi rilevanti che hanno superato il trascorrere dei secoli.

Consapevole che la trattazione sistematica richieda un vero e proprio ponderoso saggio, provvederò ad aumentare qui di seguito la lista degli autori, esplicitando al pubblico la sua ovvia incompletezza, in quanto qualche meritevole scrittore, poeta, letterato o filosofo sarà assente.

Presumo sia risaputo quanto Freud e la psicoanalisi (il complesso di Edipo ne è ben ampia prova) abbiano attinto dalla mitologia (non solo greca e romana, ma universale).

Avvalendomi della nota frase: “ Gli dei sono diventati malattie” ho

dato per acquisito come ogni autore che abbia trattato tematiche mitologiche sia da includere nell’elenco da me proposto.

Aggiungo così (ben volentieri) Omero, Esiodo, Eschilo, Sofocle, Euripide, Saffo, Aristofane, Pausania (ne dovrei elencare altri ancora, ma mi limito per ragioni di spazio).

Riguardo gli scrittori dell’antica Roma, aggiungo Plauto, Terenzio, Plinio il Vecchio, Luciano di Samostata, ricordando come le opere di Virgilio e Artemidoro siano risultate fondamentali per l’elaborazione di alcune teorie di Sigmund Freud.

Die Traumendung, (L’interpretazione dei sogni) sarebbe opera impensabile senza i riferimenti effettuati da Freud nei confronti degli autori dell’antichità. Il primo capitolo dell’opera è un compendio riguardante la precedente letteratura che si è occupata del fenomeno onirico.

Il frontespizio del libro si apre con una citazione (in lingua latina)

tratta dall’Eneide: “Flectere si nequeo superos, acheronta movebo”.

Artemidoro e la sua interpretazione dei sogni sono costantemente citati nel testo freudiano.

Proseguiamo il nostro cammino storico relativo agli psicologi prima della psicologia. Eravamo rimasti all’epoca dell’antica Roma.

Verso la fine dell’impero è da menzionare Sant’Agostino, ricordando l’enorme importanza della sua capacità introspettiva nonché la notevole analisi psicologica di cui si è dimostrato capace.

Sant’Agostino ha donato al mondo (quantomeno occidentale) due invenzioni notevoli: l’anima e il tempo.

Nel Medioevo, l’atteggiamento scientifico non era certamente presente, vogliamo ricordare il contributo fornito alla psicologia da alcuni religiosi. La regola di San Benedetto: “ora et labora” è valida

ancor oggi per l’uomo moderno. I laici l’hanno trasformata in: “ama e lavora”.

Nell’eletta schiera bisogna inserire la scuola salernitana e San Francesco. I loro testi e le loro riflessioni (pensate solo al Cantico delle creature) sono veri e propri “tesori” psicologici.

Abbiamo già scritto di Dante Alighieri in un altro numero della nostra rubrica.

Il Medioevo e il Rinascimento presentano un pullulare di astrologi, maghi, alchimisti, profeti, spesso difficilmente distinguibili dai medici, in quanto sovente queste attività erano esercitate dalla medesima persona (si pensi all’esempio di Michel de Notre Dame meglio noto come Nostradamus).

Agli occhi di noi moderni queste figure hanno poca attinenza con la scienza. “Prendere un po’ di una sostanza, mescolarla assieme ad un’altra ed ottenere così un composto” sono frasi tipiche degli scritti alchemici. L’importanza dell’alchimia e degli alchimisti non consiste tanto nei risultati pratici, a dir la verità scarsi (a quanto pare uno dei pochi meriti di questa disciplina è da annoverare nella tintura delle stoffe).

Carl Gustav Jung ha spiegato ciò nel suo libro Psicologia e Alchimia, questi veri e propri ricercatori avevano il desiderio (onnipotente) di trasformare i metalli in oro, carpire e conoscere i segreti della natura. L’unica trasformazione che riuscirono a compiere ha riguardato la loro psiche. La tematica o leggenda dello “scienziato pazzo” precede la scienza. Molti alchimisti impazzirono, forse perché inalarono sostanze tossiche o per la delusione causata dai loro insuccessi.

Si può dire che gli alchimisti furono psicologi ante litteram, cito il più noto di loro Paracelso per la categoria intera, come precursore degli psicologi. I suoi scritti sono davvero complicati, ricchi però di contenuti psicologici.

Direi che per oggi il nostro viaggio si conclude qui. Alla prossima.

Chi avesse domande, consigli, suggerimenti può contattarmi all’indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

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