Cultura e Musica

La Candelora : origini, leggende e curiosità

“Se c’è sole a Candelora, dell’inverno semo fòra, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro”. Questa è la notissima filastrocca della Candelora così come è secolarmente declinata nelle regioni del Nord. Amata dalla tradizione popolare, la Candelora cade il 2 febbraio. È la ricorrenza che prevede la benedizione di ceri e candele nelle chiese, un rito che simboleggia la luce e l’uscita dalle tenebre cioè dall’inverno, passaggio molto importante soprattutto nelle civiltà rurali. Le candele accese simboleggiano Gesù Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento appunto della presentazione al Tempo di Gerusalemme. La festa è chiamata Candelora perché in quel giorno si benedicono e distribuiscono ai fedeli le candele. … Oltre a questo, le candele accese simboleggiano Gesù Cristo, ovvero, la luce del mondo. La cerimonia delle candele potrebbe forse derivare dall’antico uso romano di accendere torce in onore di Giunone Februata. Il tempo della Candelora secondo le leggende popolari può predire la fine dell’Inverno : ma sarà vero? Il nome della festa, come detto, deriva da “candelorum“, benedizione delle candele, perché in questa speciale occasione vengono benedette le candele che simboleggiano Cristo, inteso come luce che illumina le genti. Ma in realtà la tradizione è più antica, già celebrata in una forma diversa in Oriente e anche nell’antica Roma e in varie parti d’Europa, poi assorbita dal Cristianesimo. La Candelora è preceduta dai cosiddetti giorni della merla, che corrispondono al 29, 30 ,31 gennaio. Sono chiamati della merla perché una delle tante leggende che li riguarda, racconta che il 28 di gennaio un merlo, dopo aver resistito al mese più freddo dell’anno, gridò al cielo: “Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno”. Una bestemmia che Gennaio non gradì e a cui rispose con una vendetta, prestando 3 giorni di freddo a febbraio, che li rese ancora più gelidi. Ecco, la Candelora, arriva proprio in quel febbraio freddissimo, e coincide con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. La Candelora viene anche chiamata in alcune regioni, tra cui il Piemonte, “Giorno dell’orso“, perché la leggenda racconta che l’orso si sveglia dal letargo e uscendo fuori dalla tana valuta se il tempo è abbastanza buono per uscire definitivamente. A Mentoulles nel periodo di Carnevale si usava far vestire un uomo da orso e farlo schernire e bastonare mentre vagava per le strade tirato da una catena o da una corda. In Puglia l’orso ballava la tarantella mentre girovagava per le strade del paese. E feste simili si ritrovano in molte altre località, anche perché questo animale simboleggia la forza primitiva della natura che in inverno va in letargo e si risveglia in primavera. Nella tradizione celtica la Festa della Candelora corrisponde alla Festa di Imbolc, che però si festeggia il primo febbraio. Si tratta della festa della luce, che pian piano torna a risvegliarsi sebbene sia ancora inverno. Una vera e propria rinascita. Nella cultura popolare sono molti i proverbi che riguardano la Candelora e secondo alcuni di essi, in base al clima che la caratterizza, è possibile ipotizzare come sarà la seconda parte dell’inverno e quando finirà. Forse perché, stando a metà tra inverno e primavera, si ipotizzava potesse fornire informazioni sul tempo futuro, ma non è ben chiaro. Alcuni proverbi non sono beneaugurali ma anzi sostiengono esattamente il contrario, ”Per la Santa Candelora| se nevica o se plora| dell’inverno siamo fora,| ma se l’è sole o solicello| siamo sempre a mezzo inverno’‘. Nel nord-est, per la precisione a Trieste, in Friuli Venezia Giulia, si va dicendo che la Candelora caratterizzata da sole e bora indica la fine dell’inverno, mentre se ci sono pioggia e vento, l’inverno continua: ‘‘Se la vien con sol e bora| de l’inverno semo fora.| Se la vien con piova e vento, |de l’inverno semo drento.” Per i bolognesi il giorno della Candelora, se è soleggiato, predice ancora un mese di inverno, “Al dé dl’Inzariôla, o ch’al naiva o ch’al piôva dal invêren a sän fòra, mo s’ai é al suladèl a in arän anc pr un msarèl“, ovvero “Il giorno della Candelora, che nevichi o piova, dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mesetto“. A Foggia il detto popolare afferma che se non piove alla Candelora, allora l’inverno finisce, ”Se p’a Cannelore ne chòve ‘u virne se ne more” ovvero: se nella Candelora non piove, l’inverno muore.” Come vedete ce n’è per tutti i gusti!

Lascia un commento