Attualità

L’Italia del lusso e l’Italia di Caivano

Intervento dello scrittore Fabrizio Uberto

L'operazione interforze di carabinieri, polizia e Guardia di Finanza nel quartiere 'Parco Verde' di Caivano, in provincia di Napoli, 5 settembre 2023. ANSA NPK

Di seguito ai gravissimi episodi di stupro e di violenza avvenuti nei giorni scorsi nel Napoletano e a Palermo, lo Stato ha deciso di mostrare i muscoli, operando centinaia di arresti in modo particolare a Caivano, nonché effettuando perquisizioni e sequestrando ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Sia ben chiaro: lo scrivente condivide la solerzia con la quale le istituzioni hanno voluto far sentire tutto il peso della loro presenza, in zone che apparivano franche ed esenti da ogni controllo di legalità. Ugualmente auspicabile sarebbe l’incremento delle pene previste per i casi di violenza sessuale anche se perpetrata da minori e nuove e più stringenti misure restrittive a carico degli autori di episodi di stalking. Ma l’adesione a questa linea doverosamente rigorosa non può prescindere da uno sguardo d’insieme sulle contraddizioni della società italiana, contraddizioni che, in taluni casi, appaiono come vere e proprie “degenerazioni”. E, nel caso, l’interrogativo è sempre lo stesso: quali valori, quali modelli comportamentali proponiamo ai ragazzi di oggi, per educarli alla legalità, all’equità sociale, al rispetto e alla parità dei diritti delle minoranze? La risposta è del tutto scontata: valori del tutto negativi, anzi veri e propri contro-valori. Ad esempio, si invoca l’Autorità dello Stato contro la criminalità e su questo, come si è detto, siamo tutti d’accordo. Ma al contempo ci si deve chiedere che fine hanno fatto altri tipi di autorità: ad esempio quella dei corpi intermedi, che si chiamino famiglia, scuola ed altre istituzioni educative. Perché, e non sono il solo a pensarlo, l’amoralità, la crudeltà e il disprezzo per la vita altrui dimostrati dai giovani criminali, trovano linfa in un deficit di autorevolezza, in una mancanza di dialogo e di controllo da parte di genitori e insegnanti del tutto ” latitanti” sotto questo profilo. L’attitudine delinquenziale di molti ragazzi sancisce il fallimento di una generazione: quella dei quarantenni, che come ho già avuto modo di sottolineare, fatte salve le dovute eccezioni, risulta il più delle volte del tutto fatua, ignorante dal punto di vista storico, nonché accecata dal denaro e dai telefonini. Ma non c’è solo questo. Recenti servizi televisivi hanno ben descritto la cosiddetta ” Italia del Lusso”, proponendoci casi di resort a quindicimila euro la camera ed altre amenità, con l’immancabili commenti favorevoli dei Vip di turno, che approvano questo andazzo, ritenendolo necessario ” carburante” per la nostra economia. Ma il punto non sono le cifre astronomiche di per sé e il relativo mercato che alimentano. La vera “nota dolens” è quella dell’evasione fiscale di cui sono responsabili questi super-ricchi (considerato che solo un’esigua minoranza di italiani dichiara di  guadagnare più di centomila euri ) e lo stridente contrasto con la condizione di tanti onesti lavoratori che faticano a mantenere se stessi e le proprie famiglie, a causa di stipendi del tutto inadeguati, zavorrati oltretutto dal carico fiscale ( che loro sì) sono costretti a sopportare.  Dunque, quando si afferma che ” non ci sono i soldi per assicurare un maggior benessere ai nostri connazionali”, si dice una falsità del tutto consapevole. I soldi ci sono eccome: basterebbe attuare una seria politica di redistribuzione della ricchezza, politica che per ragioni corporative non si intende minimamente realizzare.  In conclusione, fin tanto che questi nodi non saranno affrontati e risolti, si potrà mettere a ferro e fuoco Caivano ed altre realtà disastrate, ma non si riuscirà certo a prosciugare l’acqua nella quale continuano a sguazzare gli “squali” della criminalità e del malaffare.

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