Due Chiacchiere con l' Arte

Vincenzo Aruta

Domande:

 Come mai la poesia come forma di espressione?

Devo confessarle che è una bella domanda. In effetti il mio approccio alla scrittura, al di là di un volumetto di poesie, edito da una tipografia in giovane età, era rivolto soprattutto alla narrativa. Tre sono i romanzi da me pubblicati: Americhe e pietre perdute, Plenilunio sul Draa e L’uomo del lago e il serpente. Una volta in pensione, così quasi per gioco e galeotta è stata la mia insonnia, ho ripreso a poetare. Ovviamente anche le letture dei classici (Dante, Petrarca, Foscolo, Leopardi) e degli autori più recenti (Neruda, Lorca, Merini, per dirne alcuni tra quelli più recenti) mi hanno stimolato e spinto a parlare in versi liberi. Poi, in verità, mi hanno colpito alcuni concetti espressi da altrettanti grandi della letteratura mondiale: “la poesia è bellezza”, laddove Fedor Dostoevskij fa dire al principe Miskin ne L’idiota che la bellezza salverà il mondo, facendo riferimento alle arti letterarie e in primo luogo alla poesia; “la poesia è salvezza” per Walt Whitman, che in una sua lirica, così titolata, sancisce questo alto compito della poesia; ed infine “la poesia è speranza” per Yves Bonnefoy che le assegna un ruolo di cura e speranza per un mondo migliore. Ecco in questo senso è immaginabile che la poesia assume un alto valore propedeutico e rimane una forma di espressione del pensiero umano, oserei dire, ineguagliabile e tale da ritenersi inestinguibile, eterna.

Cosa vuole trasmettere ai lettori?

Mi piace ricordare che in ognuno di noi, per dirla con il Pascoli, alberga un “fanciullino”, che bisogna cercare di far emergere. Tutti poeti, si dirà? In effetti chi non ha un animo rozzo, lo è forse inconsapevolmente e trae dalla lettura benefici effetti, che, sono certo, lo aiutano a sopportare meglio le difficoltà della vita. Ecco mi piace pensare che le mie poesie possano evocare emozioni e sensazioni ed essere una buona medicina, essere, per così dire, di consolazione per distogliere, almeno per poco, il lettore dalle preoccupazioni quotidiane e da pensieri negativi.

Perché leggere ancora poesia nel 2023?

Forse a questa domanda ho già dato una risposta, che si evince da quanto detto in precedenza. Ecco, in aggiunta, credo che la lettura, soprattutto leggere poesia, sia necessaria per migliorare la condizione umana, possa togliere il peso del vivere dal cuore e per dirla con Josif Brodskij, uno dei maggiori poeti russi del XX secolo e premio nobel per la letteratura nel 1987, “sono certo, certissimo, che una persona che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di uno che non la legge”. Ecco sono dell’avviso che la poesia è l’arte della gentilezza e aiuta a sconfiggere la rabbia e le bruttezze che incontriamo nel nostro percorso di vita.

Programmi per il futuro

Da poco ho finito di scrivere la mia settantaduesima poesia, che fa parte della nuova silloge Fiotti di luce, come flusso di memoria. Ho inviato i file ad alcune case editrici e sono in attesa di un favorevole riscontro. Avverrà presto? Non so. La tempistica degli editori va dai tre ai sei mesi. Incrociamo le dita e speriamo bene.

Dove possiamo trovare il suo libro?

Purtroppo il mio libro non è presente su alcuna piattaforma virtuale, né tantomeno nelle librerie fisiche. Il mio piccolo editore non ha fatto altro che vendermi le copie del libro ed è come avessi editato in self publishing. Inoltre non si è preoccupato di promuovere presentazioni né alcuna campagna pubblicitaria. In ogni caso sono ancora in mio possesso diverse copie del libro che chiunque può richiedermi eventualmente avesse intenzione di leggermi.

Eventi in programma per promuovere il libro?

Nonostante abbia incontrato grandi difficoltà nella promozione del libro, non essendo supportato, come ho detto, dall’editore, proverò nei prossimi mesi a trovare spazi pubblicitari che mi consentano di raggiungere ulteriori lettori. Infine, immagino, poi, che lei ha degli spazi che potrei utilizzare per tale scopo. Mi riferisco alla possibilità di promozioni dalle sue parti. Per questo, nel caso sia possibile, non disdegnerei di affrontare un viaggio per eventuali presentazioni del libro. Intanto, la ringrazio e vorrei concludere questa intervista con due poesie tratte da Le città dell’anima e altri piccoli amori, di cui una è l’incipit e l’altra è stata premiata in due concorsi letterari (nel secondo a Stevena’ sarà affissa al muro per un intero anno).

Città e piccoli amori

Ho viaggiato per genti e paesi/ e non solo con la fantasia:/ ho percorso le città / nel cuore/

di cinque continenti/ e rincorso piccoli amori:/ le città mi sono apparse/ vestite d’oro e d’argento/

con le loro guglie e i campanili/ rilucenti nello splendore antelucano/

e ho conosciuto amori teneri,/ alcuni ignudi e fugaci,/ altri agghindati di foglie/ e di fiori purpurei/

come quelli dell’ibisco/ che si schiudono languidi/ al caldo sole d’estate.

Chimera

Oh meraviglia/ dei miei occhi infantili!/ / Lì nella profondità del pozzo/ è caduta stanotte la luna:/

invano tento di afferrarla,/ ma mi sfugge tra le dita/ come un sogno liquido/ e si nasconde silente/

nelle pieghe della notte.

Di Manuela Montemezzani

 

 

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