Due Chiacchiere con l' Arte

CANYON DIABLO di Dario Balzaretti

SINOSSI

Edito da Placebookpublishing 2022

Abraham Smith, investigatore della Pinckerton National Detective Agency, arriva a Canyon Diablo, Arizona, accompagnato da una nera, la signora Leila. La Compagnia ferroviaria Southern Pacific Railroad sta costruendo un ponte che dovrà attraversare il canyon per collegare l’Est degli Stati Uniti con la California. Siamo negli anni immediatamente successivi alla guerra di secessione e la legge in alcune zone degli States è lettera morta. Nel campo allestito dai lavoratori della ferrovia avvengono infatti due omicidi efferati: una prostituta che lavorava in uno dei numerosi saloons della città e un bambino, un orfano allevato nella missione presso la città. Negli stessi giorni scompare un’altra ragazza dal saloon e il rapimento viene attribuito agli indiani Navajos, il cui villaggio nel deserto dista poche leghe da Canyon Diablo. Pure essendo la città abituata ai regolamenti di conti e agli omicidi tra persone di malaffare, la scomparsa della ragazza e l’omicidio soprattutto del bambino ospite alla missione, preoccupa il Majior Gordon Albreit. Proprio lui incarica Abraham Smith delle indagini e di riportare l’ordine e la legge. L’arrivo dell’investigatore tuttavia suscita sconcerto, non solo perché si accompagna a una nera (gli schiavi da poco liberati non godono ancora di piena libertà, né di accettazione sociale), ma Smith è l’unico a girare senza portare armi, usando ben altri metodi di persuasione. La vicenda è intricata fin dall’inizio poiché l’investigatore deve fare i conti con l’omertà, i silenzi e soprattutto con il marciume sociale che pian piano emerge. Non solo, è ostacolato anche da influenti uomini, in particolare Johnson Parcker, responsabile dei lavori della Compagnia ferroviaria, e anche da parte dei frati della missione, i quali hanno anch’essi qualche cosa da nascondere. Alla fine però nonostante gli ostacoli, e la diffidenza, Abraham Smith e la signora Leila riusciranno nell’intento di smascherare il losco che alberga nelle coscienze di Canyon Diablo.

BIOGRAFIA AUTORE

Sono nato a Casalvolone (No) all’estrema periferia ovest della provincia novarese con Vercelli, il 25 maggio del 1956. Vivo a Novara. Laurea in Lettere a indirizzo storico medievale conseguita all’Università degli studi di Torino. Giornalista free lance dal 1981 al 1986. Insegnante di Letteratura e Storia fino al 2021. Ho studiato pianoforte e clarinetto; sono attivo come clarinettista nell’orchestra Verde Azzurra di Galliate (No). Ho pubblicato i romanzi “La pietra di bezoar” nel 1991, “Una storia” nel 2010; il saggio “Uno zuccone imperatore. Vita e opere di Tiberio Claudio Germanico”; il giallo “Delitto a scuola” nel 2016 (terzo classificato Premio Giallo Garda 2017), il romanzo Donata dalle onde, secondo classificato al Premio del mare M. Guarnaccia 2020, finalista al premio Argentario 2020, secondo posto ex aequo al Premio giornalistico letterario Nadia Toffa nel 2022. Il saggio: La Scuola, il mal essere Italiani, 2021.

Nel 2022 ho pubblicato i gialli: Minotauro e Canoyn Diablo.

Interessi: studio l’Antichità romana, il Tardoantico e il Medioevo (in particolare la musica medievale).

Ho partecipato e ottenuto riconoscimenti nei premi Bontempelli Marinetti (1984) con il racconto “Il ganzo e il gonzo”; il Premio poesia Val Formazza 1988, secondo premio con la poesia “La sera”; il Premio Dante Graziosi nel 2004 con il racconto Il torello di San Antonio pubblicato in “Sono queste che contano e altre storie” Piccolo Torchio editore (No) e nel 2008 terzo premio con Il compagno senza voce pubblicato da Piccolo Torchio in “L’America del Pilade e altre storie”.

Teatro: “Lo stupore dei rami di pesco” (2019) che sarà allestito dalla scuola teatrale del Liceo Scientifico C. Alberto di Novara nell’ambito del progetto Alternanza Scuola Lavoro e rappresentato a Novara, Ornavasso e Domodossola nel corso del 2024.

Il dramma “La gerla e il cannone”, sull’epopea delle portatrici carniche nel corso della prima guerra mondiale, in programma di allestimento nel 2025.

dariobalzaretti@gmail.com

TEL.: 3332042890

DOMANDE

Quale libro da te scritto è quello che ti ha gratificato di più scrivendolo?

Donata dalle onde, edito da Nulladie nel 2021. E’ un romanzo premiato con il secondo posto al Premio del mare M. Guarnaccia nel 2021, finalista al premio Argentario sempre nel 2021 e di nuovo secondo classificato al premio dedicato a Nadia Toffa a Palermo, nel 2022. Si tratta di un romanzo in cui tratto argomenti come lo sfruttamento del lavoro femminile attraverso il caporalato e la malattia come fonte di riflessione sull’esistenza. Un romanzo tra il sociologico e il filosofico. Insomma, come si sarebbe detto una volta, impegnato.

Un tuo libro di saggistica parla della scuola, spiegaci come si potrebbe migliorare la scuola in questo periodo.

Il miglioramento della Scuola passa attraverso l’impegno collettivo, cioè il proposito in primis di dedicare alla formazione dei nostri giovani molto di più del misero 2% del Pil, che pone il nostro Paese tra gli ultimi nell’OCSE. Poi occorrerebbe la coscienza dell’importanza dello sviluppo culturale per il miglioramento sociale. Dunque, dibattito sulla Scuola da parte delle componenti sociali, politiche e culturali, del tutto inesistente in Italia. Si parla di Scuola solo in occasione di fatti eclatanti di cronaca. Poi cala il silenzio. L’unico periodo in Italia in cui si discusse a livello politico e di pubblica opinione fu negli anni ’60, da lì la riforma della Scuola Media di primo grado con l’unificazione tra Media e Avviamento al lavoro. Ne è passato di tempo. A proposito di lavoro: oggi non si fa che parlare di Scuola-Lavoro. Credo che sia un punto di approccio errato. La Scuola non deve solo fornire delle competenze, deve formare la persona per prima cosa, in secondo luogo indirizzare al lavoro. La Scuola ha il compito della Paideia, un termine greco che significa proprio la formazione etico-sociale, spirituale, e anche politica ci aggiungo (non come adesione a partiti, ma come coscienza dell’impegno del cittadino verso la collettività). E poi molto, molto altro servirebbe a migliorare la Scuola: non ultima l’edilizia scolastica. Abbiamo il 90% degli edifici scolastici non a norma antisismica, per esempio; aule grigie con banchi malandati (anche quelli famosi a rotelle). Insomma, occorrerebbe un dibattito lungo e serio. Tuttavia qui mi fermo perché dovrei occupare l’intero giornale e forse non basterebbe a completare la risposta.

Invece parliamo del tuo giallo Western, un’ambientazione storica un po’ atipica per un giallo. Come mai hai voluto ambientare il libro in quel periodo storico ?

Appunto per rendere il giallo atipico. Canyon Diablo lo è per ambientazione, tempo in cui si svolge la narrazione, gli anni appena successivi alla guerra di secessione negli Stati Uniti, quindi a metà Ottocento, e per i protagonisti: Abraham Smith, agente di un’agenzia investigativa privata e la signora Leila, una nera liberata dalla schiavitù delle piantagioni. Come genere il giallo è piuttosto stereotipato; la struttura inizia con un crimine, prosegue con un’indagine, termina con la scoperta del criminale. Per cui i giallisti (ma io non mi considero tale, anche se ho scritto dei gialli) cercano di descrivere personaggi insoliti. Pensiamo alla vecchietta bisbetica Mss. Marple o poliziotti dal passato peggiore dei criminali che inseguono, ecc. Se andiamo nel triller o nel noire, morti ammazzati a bizzeffe, ambienti fumosi e oscuri. Situazioni che io ritengo del tutto improbabili e poco realistiche. Secondo me il giallo dovrebbe proporre elementi legati alla realtà quotidiana, alla cronaca, per indurre alla riflessione. Infatti io tratto in Canyon Diablo i temi della pedofilia e della corruzione. Un romanzo, a qualsiasi genere appartenga, dovrebbe stimolare il pensiero, suscitare interrogativi e analisi sulla condizione umana. Non essere pura evasione o emozione finalizzata a sé. Per questo ho cercato un ambiente al di fuori della grande città e del tempo attuale e protagonisti portatori di messaggi positivi come la tolleranza, la giustizia, il rispetto; messaggi sempre attuali nel tempo.

Spero che la narrazione funzioni.

Da professore di storia, quanto è importante secondo te ricordare la storia agli esseri umani, mentre mi sembra che la stia cancellando dalle menti. Tu cosa ne pensi ?

La Storia non è altro che lo studio e l’analisi dell’evoluzione umana in tutti i contesti, sociale, culturale, politico. La Storia rappresenta le radici su cui la nostra specie poggia la propria essenza. Se a un albero tagli le radici il fusto e la chioma non reggono e cadono. Tucidide, uno dei padri della Storiografia, diceva ne La guerra del Peloponneso di scrivere per tramandare infatti a futuro esempio delle generazioni a venire. Lo studio della Storia dovrebbe servire ad evitare la caduta dell’albero, metaforicamente, ed essere di esempio. Purtroppo a livello scolastico ci si sofferma molto sulla storia événementielle, degli avvenimenti, e meno sulla Storia sociale e culturale o sulla Storia economica. I programmi ministeriali sono pletorici e anche ripetitivi, per cui si finisce per trattare l’ultimo secolo, quello più vicino e forse più importante per comprendere molte questioni di attualità, frettolosamente. Potrei affermare che ciò è voluto, ma qui non voglio passare per complottista. Sta di fatto che meno si conosce la Storia recente e più si è disposti a credere a ciò che i cosiddetti massmedia propongono (pensiamo alle guerre attualmente in corso e che coinvolgono seppure indirettamente il nostro Paese e l’Europa, oppure a un fenomeno epocale come l’emigrazione). Ammetto che la Storia possa essere disciplina ostica perché sotto un sostantivo singolo in realtà si celano diverse discipline complesse (demografia nella quale confluisce anche la statistica, economia, politica, sociologia, paleografia, diplomatica, storia delle istituzioni, ecc.). Dire Storia si fa presto, ma in realtà la difficoltà è estrema, anche dal punto di vista del pensiero spesso, anzi quasi sempre, divergente degli storici medesimi sugli stessi eventi. Però lo studio della Storia è utile per sapere da dove veniamo e magari prospettare dove stiamo andando.

Dove possiamo trovare I tuoi libri ?

Sulle piattaforme dei miei attuali editori (nulladie.com e placebookpublishing.it) su Ibs, Amazon, su libreriauniversitaria.it ecc. e nelle librerie disposte ad accollarsi l’onere di ordinarle presso gli editori, cosa non sempre facile. E lo dico con una piccola dose di vis polemica perché le librerie tendono a vendere i libri degli autori più conosciuti e distribuiti con facilità.

Progetti per il futuro?

Sì. Ho dei romanzi pronti, uno sulla guerra coloniale in Abissinia tra il ’36 3 il ’37, un romanzo storico ambientato in Mesopotamia nel 2500 a.C., un romanzo che tratta di una relazione sentimentale, ma anche del fine vita e uno, un giallo, ultimato che sto rivedendo. Poi il teatro in cui sono impegnato con progetti insieme con una scuola novarese con la quale stiamo allestendo un dramma musicale che ho scritto nel 2019 e poi, a causa, epidemia, rimasto fermo. Al momento abbiamo in programma di rappresentarlo a Novara, Ornavasso, Domodossola, nel 2024. Il titolo è Lo stupore dei rami di pesco, narra la storia di un giovane partigiano a cui è intitolata l’orchestra di cui faccio parte come clarinettista. Ho terminato recentemente un altro dramma sull’epopea delle portatrici carniche durante la prima guerra mondiale dal titolo La gerla e il cannone. Abbiamo in programma di portarlo in alcuni teatri friulani nel 2025.

Di Manuela Montemezzani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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