Due Chiacchiere con l' Arte

Il colore delle fragole

Sinossi 

Margherita sembra aver chiuso con uno dei capitoli più felici ma anche

più dolorosi della sua giovinezza: Martin Arthur Leroy, l’uomo con cui ha vissuto

una storia d’amore tenera ed esplosiva che l’ha segnata nel profondo.

Riflessiva e decisa lei, spontaneo e fragile lui, nonostante le ritrosie iniziali

Margherita e Martin hanno conosciuto insieme un amore totalizzante e pieno.

Entrambi scottati da un passato fatto di perdita e di violenza, ognuno ha provato a

guarire l’altro – ma spesso l’amore non basta, e i fantasmi dei rispettivi passati hanno

finito per frapporsi fra di loro, allontanandoli.

Adesso che l’amica comune Michelle, quella che li ha fatti incontrare, è molto

malata, Margherita torna a Parigi per qualche giorno. Nella capitale francese, il

riaffiorare improvviso del passato e l’incontro con Martin a distanza di anni

apriranno nella sua vita, finora metodica e piatta, nuovi dubbi e prospettive.

 

Biografia

Sabrina Del Fico ha ventisette anni e abita a Pomigliano d’Arco

(NA). Ha studiato Lingue Straniere presso l’università di Napoli “Orientale” e

attualmente lavora come

giornalista ambientale, collaborando con diverse testate online. Ha creato il blog La

strega che scrive, su cui parla della sua esperienza come giornalista e come lettrice,

e condivide ogni mese un nuovo racconto. Scrivere è il suo lavoro ma soprattutto la

sua passione da anni: dopo aver iniziato con il genere della fantascienza,

cimentandosi con racconti brevi che ha condiviso su un portale dedicato a scrittori

dilettanti, ha continuato a scrivere fino alla stesura di questo primo romanzo,

parzialmente ispirato a vicende personali.

 

Domande

Una storia d’amore. Quanto è importante oggi l’amore?

Il mio romanzo, “Il colore delle fragole”, è innanzitutto una grande storia d’amore. Ho scelto di parlare di amore, e più in generale di sentimenti, per dare voce a un mio bisogno e poi per provare a comunicare ai lettori che, al di là di quello che si vede in televisione o si apprende dalla cronaca, esiste un modo di vivere le relazioni sano e autentico.

L’amore è sempre stato importante, in tutte le epoche storiche e in tutte le civiltà. Credo anzi che sia il motore che fa progredire le civiltà nella storia dell’uomo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di amore, perché viviamo in una società profondamente egoista nella quale ognuno si sente isolato e solo. Oggi, più che mai, si sente questo bisogno d’amore, questo bisogno di sentimenti, di legami forti che talvolta sfocia e degenerano nella violenza, nel possesso, come la cronaca ci insegna, ci mostra.

Sempre più relazioni tossiche e pericolose nell’immaginario della quotidianità, secondo lei come mai?

Dal mio punto di vista, le persone sono sempre più sole e a causa dell’avvento dei social network, delle chat virtuali, e questo ha portato un profondo senso di isolamento in ognuno di noi, che per alcuni si è trasformato in un desiderio malato di possesso dell’altra persona, possesso del proprio partner.

Credo, inoltre, che la chiave di questo sia non solo nell’isolamento sociale ma anche nella perdita dei valori umani che caratterizzavano la nostra società fino a qualche decennio fa, come il rispetto dell’altro, la tolleranza, l’empatia. Il mondo di oggi è molto arido invece di sentimenti e di valori e questo si vede, si traduce poi in omicidi e crimini efferati.

 

Quanto il possedere può essere confuso con la parola “amore”?

Pretendere che l’altra persona ci accontenti in tutto, che sia sempre a disposizione per soddisfare ogni nostro bisogno, limitarla nell’espressione delle sue idee e delle sue opinioni è l’espressione più becera del possesso che si può immaginare ai danni di un altro essere umano e che dovrebbe essere evitato.

Al contrario, l’amore dovrebbe rendere liberi e questo è ciò che cerco di comunicare anche raccontando la relazione tra i due protagonisti del mio romanzo. Entrambi hanno vissuto dei traumi per cui i loro cuori sono diventati insensibili alla gentilezza e alla genuinità di un amore autentico.

Per questo motivo poi ognuno ha scelto di andare per la sua strada piuttosto che insistere in una relazione che limitata dalla paura, dall’imbarazzo, dal senso di colpa. Martin e Margherita, i due protagonisti del libro, hanno deciso di lasciarsi andare per vivere ognuno la sua esperienza di vita. Per questo motivo, e questo riflette proprio quello che è il mio pensiero, ovvero la libertà derivante dall’amore quando questo è genuino e davvero disinteressato.

Cosa consiglia ai giovani d’oggi parlando d’amore?

C’è bisogno di rieducarci all’amore, ai sentimenti autentici e genuini – non solo i più giovani, ma l’intera società. C’è bisogno di tornare a una dimensione gratuita e disinteressata dell’amore, nella quale si rispetta l’altro e si antepone il suo interesse al proprio senza chiedere nulla in cambio. Oggi invece l’amore è commercio, è uno scambio con delle aberranti condizioni: io ti amo se tu fai questo per me, se sei come ti voglio io, se cambi per venire incontro alle mie esigenze.

Ci parli dei personaggi del libro: da dove nascono?

La protagonista del mio libro è una giovane donna napoletana, Margherita, che affronta una serie di peripezie, di viaggi fisici e dell’anima per superare un grande dolore che si porta dentro. Ecco allora che si sposta lasciando la sua città natale, Napoli, fuggendo verso Parigi dove darà inizio a una nuova fase della sua vita – dolce e dolorosa al tempo stesso, prima di essere costretta nuovamente a trasferirsi perché la sofferenza che si porta dentro è troppo grande da affrontare.

Attorno a lei ruotano alcuni personaggi che, a più riprese, tornano nella sua vita e svolgono un ruolo molto importante nella sua crescita e nel suo percorso di guarigione. Abbiamo innanzitutto Martin, un affascinante fotografo di cui Margherita si innamora ma che sarà la causa del suo dolore più grande. C’è Michelle, la migliore amica che più volte interviene nella vita di Margherita e in qualche modo ne cambia la traiettoria e la direzione. E poi c’è la famiglia di Margherita – la sorella, il padre, le zie che l’hanno in qualche modo influenzata e l’hanno limitata nella sua espressione più autentica.

In ognuno di questi personaggi c’è un pezzetto di me, della mia storia, delle mie esperienze, dei miei ricordi. Tuttavia, per raccontare questa storia mi sono lasciata ispirare anche da racconti che ho sentito da altre persone, o da esperienze che non ho vissuto in prima persona ma che mi sono state raccontate. Credo che uno scrittore debba essere innanzitutto un buon osservatore della realtà, e che sia proprio la realtà la linfa e il nutrimento dei suoi personaggi e delle sue storie.

Dove possiamo trovare il libro?

“Il colore delle fragole” è disponibile in vendita in tutte le librerie d’Italia, sia quelle fisiche che quelle online, sui portali di vendita e-commerce come Amazon e anche ovviamente sul sito della casa editrice Affiori/Giulio Perrone.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Il mio obiettivo principale è quello di portare avanti il mio progetto di blog, “La strega che scrive”, e di continuare a trasmettere il mio amore per la letteratura e per la scrittura creativa attraverso questa piattaforma, sulla quale condivido gratuitamente anche dei racconti brevi, sempre dedicati all’amore e ai sentimenti.

Al momento non ho in mente di scrivere un altro romanzo, come qualcuno mi ha suggerito di fare, perché scrivere un libro è stata un’esperienza bellissima, ma anche estremamente difficile e stancante. Dietro un libro c’è un lavoro immenso, che va dalla stesura, alla revisione, all’editing, alla ricerca della casa editrice, fino poi alla firma del contratto, quando si apre una nuova fase di lavoro, che prevede il coinvolgimento di altre figure professionali, come l’editor, il grafico, l’ufficio stampa della casa editrice e così via.

Questa esperienza mi ha insegnato tante cose, innanzitutto su me stessa e poi anche sul mondo dell’editoria in generale e della letteratura, ma credo che passerà ancora qualche anno prima che mi cimenti a raccontare una nuova storia in forma di libro.

Di Manuela Montemezzani 

 

 

 

 

 

 

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