Cronaca

Un Paese in attesa, così ci affacciamo al 2024

Intervento di Paolo Galassi, Presidente A.P.I., l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo

«Lasciamo il 2023 con uno sguardo all’incertezza. L’instabilità geopolitica, i tassi che frenano l’accesso al credito (quindi, gli investimenti!!)la recessione di alcune economie, la volatilità dei prezzi e gli anni di crisi, sono tutte zavorre che pesano sulle spalle di noi piccoli e medi imprenditori.

L’Ufficio Studi di A.P.I. ha raccolto il sentiment flash delle PMI associate del pavese.

Alla domanda “come ha chiuso il 2023?” hanno risposto: il 41% in positivo, il 32% in negativo, il 27% ha preferito non rispondere.

Alla domanda, “2024, i prossimi mesi saranno caratterizzati da…?” emerge incertezza per il 53%, contrazione per il 25%, crescita solo per il 22%.

Perché? Il 49% è timoroso rispetto alla debolezza economica di alcuni paesi – dalla recessione tedesca, al rallentamento della Francia, a quello USA -, il 20% sta affrontando le transizioni energetica, digitale e sostenibile (quindi con investimenti importanti), il 15% non trova personale qualificato e, quindi, deve rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato, l’9% sta valutando la vendita dell’azienda, il 7% ha risposto “non so”.

L’export extra UE regge soprattutto per la meccanica di precisione, il lusso e i prodotti di alta qualità made in Italy.

Con queste premesse dobbiamo urlarlo: “se l’Italia è ancora una potenza produttiva a livello europeo e mondiale, lo dobbiamo alle MPMI e alla nostra capacità di imprenditori di credere nel fare impresa”.

Anche stavolta, quindi, non ci fermeremo e faremo la nostra parte per far crescere il PIL e stabilizzare l’occupazione. Vanno create condizioni più favorevoli per fare impresa.

Chiediamo, però, uno sforzo a Regione Lombardia sulle iniziative di sostegno e stimolo agli investimenti e uno sulla Manovra al Governo nazionale, cioè di accelerare sui decreti attuativi per sostenere l’industria; ma anche di osare con le riforme e usare i fondi del PNRR che ancora abbiamo a disposizione con azioni di reale utilità, che ne moltiplichino il valore.

Si, proprio perché è dalla concretezza del fare quotidiano delle imprese e dei loro lavoratori che si generano benefici per i cittadini e un futuro per i giovani.

Senza pragmatismo il Paese si ferma».

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