Due Chiacchiere con l' Arte

Elena Salvaterra

The ethics of human stem cells from the first transplantation to 3D Bioprinting

L’etica delle cellule staminali dal primo trapianto alla stampa 3D

Il libro, in lingua inglese, edito da Eliva Press, rappresenta una raccolta dei principali studi svolti da Elena Salvaterra nel campo dell’etica della scienza negli ultimi vent’anni. Dopo una breve introduzione, l’autrice affronta i temi etici e regolatori associati all’impiego delle cellule staminali di origine umana per terapia e ricerca. Ai primi capitoli è dedicata l’analisi delle questioni etico-filosofiche e legali sollevate dalla donazione del sangue cordonale per trapianto e/o ricerca. In particolare, sono esaminati gli aspetti sociali della donazione attraverso studi qualitativi che esplorano feelings, punti di vista, attese delle donne in gravidanza, dei loro partner, dei professionisti sanitari coinvolti in tale processo. Nei capitoli successivi viene considerata estesamente la donazione dei campioni biologici (non solo del sangue cordonale) per finalità di cura e ricerca, dando attenzione alle pratiche mediche oggi diffuse in Italia e nel resto del mondo. Viene quindi affrontato, a conclusione del libro, l’impiego delle cellule staminali indotte pluripotenti per lo sviluppo e la stampa in 3 dimensioni (3D) di tessuti e organi per ricerca e trapianto (cosiddetto 3D bioprinting). Tale argomento, accennato per la prima volta dall’autrice in una pubblicazione, è al centro degli studi che la stessa sta conducendo da alcuni anni in una sorta di continuità rispetto ai primi lavori condotti. A fare da filo conduttore sono le cellule staminali umane, fonti preziose per la ricerca e il trapianto. La chirurgia trapiantologica è fra i pillars di questo libro che, con modalità e linguaggi tecnici, ripercorre i traguardi raggiunti dagli scienziati nella cura delle malattie del sangue e di numerose altre patologie. Dal primo trapianto di staminali per la cura della leucemia si approda, in un fluire continuo, al primo trapianto di organi stampati in 3D, originati da staminali umane sottoposte a processi di artificializzazione. La base resta naturale – la componente essenziale del bioprinting sono cellule umane – il mezzo è lo stesso, il trapianto, ma parte dei materiali impiegati come dei prodotti stampati in 3D è artificiale. Il libro ripercorre gli sviluppi principali nel campo scientifico ed etico-filosofico, nonché regolatorio, dell’impiego delle staminali umane per terapia e ricerca, ponendo l’accento sui rischi associati alla stampa in 3D di organi e tessuti che può dare luogo, nel prossimo futuro, allo sviluppo di una nuova filiera, la fabbrica degli umani, alimentata dalla produzione di tessuti e organi stampati in tre dimensioni per la rigenerazione e la sostituzione di parti del corpo malate.

Biografia

Elena Salvaterra è ricercatrice in Etica della Scienza dall’anno 2000, quando ha cominciato la sua attività presso la Consulta di Bioetica di Milano, guidata da Maurizio Mori. Dopo il dottorato di ricerca, nel 2004, ha lavorato presso l’Ospedale Policlinico di Milano, l’IRCCS “Medea” e altri enti italiani e esteri. Ha collaborato e collabora prevalentemente con istituzioni basate negli USA e in altri contesti anglofoni. Negli ultimi anni si è legata per le sue attività scientifiche al network di ricerca Isoprog Onlus, ente italo-americano con base in Sicilia, e al National coalition of Indipendent scholars, canadese. Da qualche tempo, ha scelto di condurre le sue ricerche su base indipendente, finanziando in parte gli studi a cui si dedica, al fine di garantire maggiore autonomia ideologica alle proprie ricerche. Appassionata d’arte, è fotografa indipendente, amatoriale, occupandosi di temi umanitari. Organizza eventi per la raccolta fondi per la ricerca nel campo dei tumori ormonali, a seguito della perdita della sorella e della malattia del fratello, al fine di sviluppare una sensibilizzazione nei confronti delle malattie tumorali. In tale direzione, nel 2024 avvierà il progetto fotografico Portraits Oncologici dedicato a malati di tumore.

Domande 

 Come nasce questo libro e perché?

La stesura di questo libro nasce dal desiderio di raccogliere i principali studi di ricerca che ho svolto fino ad oggi nel campo dell’Etica della Scienza, cugina della più conosciuta Filosofia della Scienza. Ho cominciato l’attività di ricerca scientifica in questo campo nel 2000 con una borsa di studio della Consulta di Bioetica di Milano e la proseguo ancora oggi in veste di ricercatrice indipendente che, in parte, finanzia i propri studi e le proprie pubblicazioni. Questo libro chiude una trilogia dedicata ai temi salienti dell’etica della Scienza quali l’impiego dei materiali biologici (ad es., cellule, tessuti, Dna) per ricerca e terapia, le diverse dimensioni e applicazioni delle biobanche di origine umana in Italia come all’estero e l’uso delle cellule staminali per trapianto, dalle metodiche tradizionali alla stampa in 3D di organi e tessuti. I motivi che mi hanno spinto a scrivere questa “compilation” scientifica sono principalmente legati alla mia esperienza di vita, alla professione come agli affetti. Da una parte ho voluto condensare le ricerche più significative sviluppate fino ad oggi in modo da renderle agilmente fruibili a studenti come a esperti del settore. Dall’altra ho desiderato dedicare un contributo utile ai familiari che ho perso nel corso degli anni (recentemente mia sorella Elisa, artista), agli amici, ai conoscenti come a testimonianza del valore della loro scomparsa e del segno che hanno lasciato nella memoria, che è memoria affettiva e scientifica allo stesso tempo.

Secondo la sua esperienza in cosa siamo migliorati nella sanità italiana?

Sono stati compiuti numerosi passi avanti, nel campo clinico e della ricerca. Occorre, però, investire maggiormente nel campo della ricerca medico-scientifica come nell’ambito delle scienze sociali al fine di mettere a disposizione dei pazienti, attuali e del futuro, strumenti diagnostici e terapeutici efficaci e personalizzati. Ad oggi la biopsia liquida, che è un semplice prelievo in grado di rilevare la presenza di cellule tumorali a uno stadio molto precoce è limitata ad alcune tipologie di cancro e eseguita solo in alcuni istituti. Tale limitazione incide significativamente sulla possibilità di cure efficaci per chi ne ha bisogno. E spesso non è sufficiente comperare gli strumenti per fare ricerca ma occorre, anche e soprattutto, “finanziare” i ricercatori che hanno le competenze per utilizzare tali strumenti e non sono sempre presenti nel nostro Paese, perché trovano proposte migliori di carriera e qualità di vista all’estero. Anche rispetto al trapianto di tessuti e organi in 3 dimensioni, l’Italia non vanta il primato per le motivazioni prima richiamate: mancanza di investimenti in strumentazioni e competenze.

Perché leggere questo libro?

Per appassionarsi alla ricerca scientifica e alla cura, senza perdere di vista libertà e diritti fondamentali dei pazienti e delle loro famiglie e per trarre coraggio dalla constatazione che, sebbene le malattie siano devastanti, le soluzioni si trovano o possono essere ricercate, senza arrendersi al primo colpo. Gli avanzamenti medico-scientifici fanno ben sperare e, pur in assenza di cure adeguate, oggi, possono contribuire a alimentare una visione positiva per il futuro. Leggere questo libro è un po’ come fare un viaggio nel mondo della ricerca biomedica, a volte sconfinando nella fantascienza o presunta tale, ma sempre con i piedi piantati nella realtà della norma etica.

La sua ricerca può fare la differenza se si perché ?

Che domanda bella. Si, può fare la differenza nel momento in cui porta a riflettere sulla propria condizione esistenziale e a vedere la propria vita come un percorso che a un certo punto può farsi difficoltoso e avere necessità di aiuti esterni per andare avanti, almeno per un po’. Può aiutare a vedere nella malattia un’importante esperienza di crescita personale e collettiva. L’etica della scienza, in particolare in campo medico, aiuta a vedere nelle questioni di salute, di vita e di morte, la propria individualità come esperienza formativa e nel migliore dei casi evolutiva. Nella malattia, anche breve, se si vive con pienezza di significato l’accaduto, si può crescere e diventare, a propria volta, esempio di crescita. Come la natura insegna, la malattia, la morte, ma anche la guarigione sono esperienze di trasformazione di materia biologica cui si aggiunge l’individualità di ciascuno dando così vita a una trasformazione globale che investe materia e spirito.

Dove possiamo trovare questo libro?

Facilmente su Amazon …come nelle librerie scientifiche.

 A che lettore è rivolto secondo lei?

Al lettore esperto, appassionato di filosofia della scienza, come allo studente, non solo di medicina o biologia o biotecnologie ma anche delle scuole superiori. Penso sia agli studenti di scuole a indirizzo scientifico. Questo libro conduce nel mondo delle corsie degli ospedali come dei laboratori di ricerca e interroga ognuno di noi riguardo questioni filosofiche, esistenziali di centrale rilievo come: doneresti il tuo sangue o il tuo DNA per la ricerca? Daresti il sangue cordonale di tuo figlio per la cura di un paziente bambino o adulto? Ti faresti trapiantare un organo stampato usando cellule digitalizzate di un altro individuo? Saresti contento di rendere la tua vita quasi immortale grazie alla fabbrica di organi e tessuti stampati in 3 dimensioni sulla base di modelli digitali? Sembra fantascienza ma questi scenari sono reali dal 2022 anno in cui è stato eseguito negli Usa il primo trapianto di orecchio sviluppato mediante cellule staminali del paziente stesso, “lavorate” al fine di ottenere un organo in 3 dimensioni. Anche se lo sviluppo di laboratori ospedalieri o non ospedalieri, come “fabbriche degli umani” non è prossimo, dovendo essere messi a punto meccanismi di funzionalità e compatibilità dei tessuti e organi che richiederanno anni, la prospettiva di un mercato di “pezzi di ricambio” per il corpo umano, fatti su misura, comincia a fare pensare e riflettere. Fino a che punto è lecito sostenere lo sviluppo di tali tecnologie? Siamo pronti a riconoscere come “umano” o “transumano” un essere vivente in cui sono stati incorporati tessuti o organi digitalizzati che dunque sono artificiali? Siamo pronti a accogliere una “nuova specie” oltre a quella umana?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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