Due Chiacchiere con l' Arte

Avanzato Wilma , Scrittrice

Domande all’ Autrice:

 Quanto è importante per lei raccontare ai giovani la storia?

Sono un’insegnante e, a maggior ragione, penso che lo studio della storia, per i giovani, sia fondamentale. Mi riferisco soprattutto alla storia contemporanea che, troppo spesso, viene trascurata soprattutto a scuola. Per esempio, è da almeno una quindicina d’anni che non si studia più alla Scuola Primaria e nelle Scuola Secondaria di primo e secondo grado spesso viene tralasciata perchè non si riesce ad arrivare alla fine del programma… Credo sia un danno enorme per le nuove generazioni che, non solo non conoscono la storia del nostro Paese dal Risorgimento in poi, ma proprio ignorano gli avvenimenti salienti che hanno caratterizzato il XX secolo (per esempio gli adolescenti di oggi sanno poco o niente del disastro del Vajont, o del rapimento Moro, o dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II…). Quindi è importantissimo trasmettere loro “pezzi di storia”, magari in maniera facilmente fruibile, con canali diversi dalla scuola e dai “recinti” dei suoi programmi, come fa il mio romanzo, che è scritto con un linguaggio semplice e che… non è troppo lungo. perchè davanti a “Guerra e pace”, qualsiasi giovane di oggi si scoraggerebbe in partenza.

Ci racconti del perché di questo libro .

Questo libro all’inizio è nato come un racconto breve, scritto per partecipare a un concorso letterario… e solo un anno fa è diventato un romanzo. Scrivo spesso sugli anni di piombo perchè sono un periodo storico che ho approfondito molto per curiosità personale. Sono nata nel 1968 e in quegli anni ero bambina. Chivasso, cittadina alle porte di Torino dove vivevo e vivo, è stata molto “calda” in quel periodo e capitò anche che due insegnanti della scuola elementare che frequentavo venissero arrestate con l’accusa di essere delle fiancheggiatrici delle Brigate Rosse o che, nel cortile del condominio dove abitavamo, ignoti dessero alle fiamme l’auto di un importante esponente politico locale che viveva nell’appartamento sopra il nostro… A casa nostra poi, si parlava molto di queste cose perchè anche mio papà era in politica essendo il segretario cittadino dell’allora Partito Repubblicano, e io, come una spugna, assorbivo tutti i discorsi… Il racconto originario, come detto prima, si è via via ampliato fino a diventare questo romanzo breve che io definisco un po’ un “doculibro” perchè, oltre alla storia (naturalmente inventata) del protagonista Antonino e della sua famiglia, sullo sfondo (come scenografia, mi piace dire) troviamo la storia degli anni che hanno visto la nascita dei gruppi della Sinistra extraparlamentare e della lotta armata, ma anche della questione “meridionale a Torino” (anche questa è una definizione mia) che, agli inizi degli anni 70, non era “risolta” perchè purtroppo c’era ancora una profonda diffidenza “sabauda” verso gli immigrati dal sud Italia che forse venivano “tollerati” ma non pienamente “accettati”. Ecco, con questo libro mi piacerebbe che i giovani di oggi (e con giovani intendo anche i trentenni e i quarantenni) conoscessero questi anni che sono stati subito “cancellati” dalla memoria collettiva a favore degli scanzonati e, oserei dire, superficiali anni 80 dei cinepanettoni e della “Milano da bere”.

 L’ Italia in periodo storico difficile, ma anche combattiva e piena di ideali, come la vede invece adesso nel 2024.

Negli anni ’70, i giovani, di ogni estrazione sociale, si sentivano in dovere di partecipare attivamente per migliorare il mondo e il loro Paese. Anni difficili certamente, pieni di contraddizioni, ma anche anni in cui il sentimento comune era quello di lavorare e lottare per un domani migliore. Sarò una “vecchia pessimista”, ma purtroppo oggi non vedo nella gente, e soprattutto nei giovani, quella “luce” che c’era allora e che spingeva tutti a darsi da fare, a partecipare attivamente alla vita politica, a rivendicare il diritto di scegliere… Oggi pochi si interessano della “collettività”, ognuno “coltiva il proprio orticello” senza concorrere al “bene comune”: è come se fossimo intorpiditi in un letargo delle idee e degli ideali… Sembra che nulla possa interessarci se non la superficialità e l’apparenza individuale (mi viene in mente il testo di una canzone di Guccini, “Dio è morto”…. “Nelle auto prese a rate, Dio è morto”…). Basti pensare che ai giovani di oggi poco interessa andare a votare… e non solo a loro: l’astensionismo alle urne è dilagante… Insomma: purtroppo sono pessimista riguardo ai nostri “tempi moderni” e penso che anche la scuola abbia la sua parte di responsabilità, solo attenta ai programmi e sempre più nozionistica…

 Come spiegare ai giovani che sono il futuro e possono fare loro la differenza adesso ?

Tanti dicono che i giovani di oggi sono superficiali: lavorando a contatto con le nuove generazioni, posso affermare che non è vero. Certo occorre spronarli, parlare con loro, far capire che un futuro migliore è nelle loro mani e che non bisogna accettare passivamente gli avvenimenti ma si può lavorare per cambiarli. La scuola ha un ruolo fondamentale in questo senso, ed è per questo che deve tornare a formare la Persona e non solo lo “zelante studente” pieno di nozioni.

Secondo lei le persone sono consapevoli del loro impigrimento sociale ?

Non sono del tutto certa che ci si renda conto del nostro impigrimento sociale perchè ormai ci siamo abituati. Da troppo tempo non c’è più partecipazione attiva sulle tematiche che ci riguardano da vicino, come una sorta di “comoda rassegnazione”. Siamo abituati a lamentarci di tutto ciò che non va, dalla sanità al caro vita, dalla scuola ai servizi, dalla disoccupazione dilagante ai contratti di lavoro che molto spesso non permettono un minimo di autonomia personale… ma poi stiamo a guardare, rassegnati e passivi, ciascuno per proprio conto e convinto di non poter fare nulla per cambiare la situazione…

 Dove possiamo trovare il suo libro ?

Il mio romanzo è in uscita a febbraio e sarà prenotabile e acquistabile in tutte le libreria d’Italia e on line su tutti i portali di vendita on line (La Feltrinelli, Mondadori, Ibs, Hoepli, Amazon…) oltre che sul sito della Casa Editrice “Graus Edizioni”. Durante tutto il 2024 saranno fatte delle presentazioni in giro per l’Italia dove sarà possibile acquistare il romanzo con lo “sconto presentazione”.

Aggiungo che il romanzo parte dalla strage di piazza Fontana (dicembre 69) e arriva al 29 marzo 73, giorno in cui è stato occupato prima lo stabilimento di Fiat Mirafiori e poi via via tutte le fabbriche del gruppo Fiat e questo giorno è ricordato come la rivoluzione dei fazzoletti rossi che non erano al collo dei manifestanti bensì a coprire il volto, per non essere riconosciuti e licenziato

I flashback invece vanno negli anni 60, quando la famiglia del protagonista è giunta a Torino dalla Sicilia e qui si pone l’accento sul punto di vista sociologico: le difficoltà incontrate sia a causa della diffidenza dei piemontesi sia per non essere riusciti ad adattarsi alla vita di una metropoli….

Di Manuela Montemezzani

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