Attualità

La didattica è sinonimo di vicinanza

 

Isolamento, asocialità, distruzione del proprio Io: in un modo invisibile, ma dannoso, soprattutto nei confronti della fascia adolescenziale, in cui gli esseri umani, non più bambini, sono consapevoli che il virus, ora diagnosticato in nuove varianti, non è un gioco birichino: compare e scompare, si diffonde in maniera più contagiosa, obbligandoli a ricevere lezioni con quella modalità definita “didattica a distanza”. Quanta didattica vi potrà mai essere in questa distanza? Il concetto di distanza ha già una connotazione negativa: ad esempio “prendere le distanze da qualcuno” significa non aver alcun interesse nell’ intrattenere rapporti con una persona.

I risultati di questa discutibile didattica, effettivamente, portano con sé qualche dubbio sulla validità delle prove, in particolare quelle che, in presenza, sarebbe “verifiche scritte”, poiché, se alcuni studenti tendevano già a copiare in presenza, non si osa immaginare cosa possono combinare dietro a uno schermo, anche con le miglior tattiche di controllo, ormai, inventate dai docenti. Inoltre, è bene ribadirlo, viene a mancare un’interazione che è vitale per l’essere umano, definito “animale sociale”: l’uomo non può isolarsi dalla società o rischia di perdere il contatto con la realtà.

Il nuovo ministro dell’Istruzione ha ipotizzato una chiusura preventiva dell’intero sistema scolastico, dopo le prime registrazioni di contagi con le varianti europee: l’angoscia dei docenti, genitori e di quegli alunni, che conoscono e amano la loro posizione all’interno della scuola, è comprensibile, ma la situazione è ancor più allarmante quando si deve gestire il ragazzo con qualche disabilità o “bisogno speciale” e si fa appello a insegnanti, che impartiscono ripetizioni, anch’essi preoccupati di fornire nozioni in un caos mentale, ormai diventato ingestibile, seppur giustificato.

Imparare è vicinanza di idee, non distanza. La salute è importante, ma occorre specificare che ve ne sono di due specie: una fisica e una mentale. Se l’energia prodotta dal cervello diminuisce, anche il sistema immunitario, quindi le difese fisiche, necessita aiuto e, se non lo trova, capitola. Lo Stato non deve “abbandonare” i ragazzi.

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